Casa Auberjonois. Il primo ufficio della Mutuelle (1895-1901).
1895–1918
La spinta vodese
Lo scopo di questi commercianti e imprenditori è la costituzione di un’assicurazione mutualistica che copra la loro responsabilità civile nei confronti dei dipendenti, in particolare in caso di infortuni.
1895
4 aprile
La fondazione
Il Municipio di Losanna è gremito in questa serata del 4 aprile 1895. Saranno 150 le persone che hanno colto l’invito della Società industriale e commerciale di Losanna (SICL) a venire a sentire Jules Berney, un giovane avvocato e professore all’università, il quale desidera esporre un progetto di assicurazione mutualistica sulla base di esperienze simili in Belgio e nella vicina Ginevra.
La presentazione di Jules Berney poggia su un argomento semplice: le compagnie d’assicurazioni strutturate come società anonime riversano sotto forma di indennità solo la metà dei premi incassati e tengono il resto, mentre le società mutualistiche ridistribuiscono le eccedenze ai loro soci. I rischi sono coperti da un fondo di riserva da costituire. Possono inoltre essere riassicurati i rischi straordinari. Approvata all’unanimità, la nuova società mutualistica registra l’adesione immediata di 43 persone.
16 maggio
I primi passi
L’attività ha inizio il 16 maggio con una struttura molto snella: una Direzione composta di tre membri e la gestione quotidiana garantita da Louis Witschy. La società incomincia senza capitale di copertura, gli impegni assunti hanno come unica garanzia quella solidale dei soci. Limitata al Canton Vaud, non è nemmeno sottoposta a una vigilanza. La sua sola relazione bancaria è quella con la Banca cantonale vodese, una relazione tutt’ora esistente.
Alla conclusione del primo esercizio, la Mutuelle conta 221 soci, di cui 110 assicurati e 111 passivi. I conti, che occupano una sola pagina del primo rapporto annuale, presentano un utile di 14’752.90 franchi dopo l’incasso di 34’069.15 franchi di premi e l’indennizzo di 296 infortuni. Viene costituita una piccola riserva di 2385.30 franchi.
1900
Ufficialmente federale
6 ottobre
Con l’apertura di un’agenzia generale a Neuchâtel, la prima al di fuori del Canton Vaud, la giovane società deve sollecitare una concessione federale, che le sarà accordata il 6 ottobre 1900 per la distribuzione di polizze d’assicurazione responsabilità civile collettiva e individuale. A quel punto, la Mutuelle è soggetta all’Ufficio federale delle assicurazioni sociali, il quale le impone di portare le riserve a 100’000 franchi e di stipulare un contratto di riassicurazione con la Compagnie Suisse de réassurance (oggi Swiss Re), un’altra relazione tutt’ora esistente.
1916
Insediamento nella Svizzera tedesca
«Verrà ponderata l’estensione delle prestazioni alla Svizzera tedesca per le assicurazioni di terzi e si cercheranno assicurati volontari, ossia industrie non soggette all’obbligo di assicurarsi.»
Alfred Tzaut, 1911
La barriera simbolica della Sarina sarà varcata nel 1916, con l’apertura dell’agenzia generale di Berna. Negli anni successivi, la rete di agenzie si estenderà rapidamente nel resto della Svizzera tedesca.
1918–1945
La scommessa mutualistica
La prima sede costruita dalla Mutuelle, situata in Avenue Benjamin-Constant a Losanna, è stata inaugurata nel 1930.
1918–1945
La scommessa mutualistica
La decisione del popolo nel 1912 a favore dell’istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni (INSAI) mette immediatamente a repentaglio la ragione d’essere medesima dell’Assurance Mutuelle Vaudoise perché potrebbe comportare la partenza di tutti i suoi assicurati collettivi, le aziende.
1918
L’AMV si impegna a diversificare le attività e ad ampliare la sua rete, ma più si avvicina l’entrata in funzione dell’INSAI, prevista nella primavera del 1918, più cresce il nervosismo tra i responsabili. L’instabilità economica e le privazioni della Prima guerra mondiale, che da ormai quasi quattro anni impazza nei paesi limitrofi, non migliorano certo il quadro.
25 marzo
Rivolta dei soci
In risposta alla minaccia della costituzione dell’INSAI, l’AMV medita di fondersi con La Suisse. Il progetto è presentato all’Assemblea generale del 25 marzo 1918. La nuova società dovrà chiamarsi «Lausanne, compagnie générale d’assurance, ancienne Mutuelle vaudoise» (Losanna, compagnia generale d’assicurazione, già Mutuelle Vaudoise). L’Assemblea respinge la proposta del Consiglio d’amministrazione e decide di creare una commissione di studio incaricata di definire la strategia a lungo termine dell’AMV.
1919
La rifondazione
La crisi è terminata con una vera e propria rifondazione della Mutuelle, il cui obiettivo è cambiato: ora si rivolge in primis agli assicurati individuali, non più alle aziende.
Incassi dei premi(in milioni di franchi svizzeri)
1918
1
milione di franchi
1925
3
milioni di franchi
1931
5
milioni di franchi
Il trio della crescita
Dopo la Prima guerra mondiale, la Compagnia riprende a crescere e lo farà per dieci anni, sostenuta dall’alta congiuntura degli anni Venti. Se nel 1918 gli incassi dei premi erano scesi al di sotto del milione di franchi, superano i tre milioni nel 1925 e addirittura i cinque milioni nel 1931, ossia un incremento di cinque volte in tredici anni! Gli utili triplicano, dai 185’000 franchi del 1918 ai 563’000 franchi del 1930. Ciò permette alla Mutuelle di rinunciare a esigere dai soci la copertura di eventuali perdite a partire dal 1923, quando gli incassi dei premi tornano ai livelli del 1918 prima del passaggio all’INSAI degli assicurati collettivi.
Jean Spiro, un avvocato losannese, viene eletto in Consiglio d’amministrazione nel 1919. Esperto riconosciuto in materia di diritto commerciale, va a formare un prezioso tandem con Paul Pochon, anche se accederà alla vicepresidenza solo nel 1939. Il primo è l’ispiratore e lo stratega, il secondo l’esperto discreto e preciso. Nel 1924, vi si aggiunge il Sindaco di Losanna, il radicale Arthur Freymond. Un medico, un giurista e un politico. Certo, la Mutuelle persegue innanzitutto obiettivi commerciali e di redditività, ma i suoi dirigenti hanno pure a cuore l’estensione della protezione sociale in un paese in cui essa è ancora poco sviluppata.
Jean Spiro (1873 – 1957)
Avvocato losannese, esercita in uno studio nell’edificio che ospita la sede dell’AMV. È deputato radicale al Gran Consiglio vodese e amministratore dell’AMV dal 1919 fino alla sua morte. Presidente della Società industriale e commerciale di Losanna dal 1930, insegna diritto amministrativo e industriale all’Università di Losanna.
Paul Pochon (1880-1954)
Esercita la professione di medico a Losanna, astemio militante, e nel 1919 diventa Presidente dell’AMV dopo aver guidato la rivolta dei soci, posizione che conserva fino alla sua morte. Deputato socialista nel Gran Consiglio vodese, al suo decesso la Nouvelle revue de Lausanne (di impostazione radicale) lo ricorda come «medico popolare» e Le peuple (socialista) come «sostenitore dell’ideale del socialismo democratico».
Arthur Freymond (1879 – 1970)
Professore di francese, diventa membro radicale del legislativo, poi dell’esecutivo comunale losannese, e nel 1922 Sindaco, prima di dimissionare per assumere la carica di Direttore dell’AMV dal 1924 al 1945. Prosegue la carriera politica come deputato al Gran Consiglio vodese. Esponente di peso del suo partito a livello cantonale, presiede anche il Cercle démocratique e la Società accademica vodese.
L’assicurazione autoveicoli prende il volo
L’assicurazione autoveicoli, che all’epoca copre solo gli infortuni e la responsabilità civile, si estende alla casco nel 1925, e diventa un prodotto faro dell’AMV grazie al rapido incremento del numero di vetture in circolazione e all’obbligo imposto alla fine degli anni Venti ai conducenti di assicurarsi.
1938
Insediamento nella Svizzera italiana
La crescita è prima di tutto geografica: le agenzie generali si moltiplicano in tutta la Svizzera dopo le aperture a Berna, Basilea e Zurigo durante gli anni della guerra. L’ufficio di Lugano, il primo nella Svizzera italiana, apre nel 1938.
La Seconda guerra mondiale si ripercuote anche sul funzionamento quotidiano dell’AMV. A causa del drastico razionamento del carburante, le auto private non circolano più, i loro proprietari sospendono o addirittura disdicono i contratti d’assicurazione. A dimostrazione della tensione di quegli anni, il Direttore tiene una pistola nel cassetto della scrivania e un fucile nell’armadio.
1945–1990
I 45 gloriosi
Ingresso della sede di Losanna concepito dall’architetto Jean Tschumi. Fotografia di M. Vulliemin, 1956.
1945–1990
I 45 gloriosi
Gli affari non riprendono, esplodono. La fine delle restrizioni sul carburante riporta le auto sulle strade e induce quindi i conducenti a riattivare i loro contratti RC e casco.
Il trentennio glorioso che inizia alla fine della Seconda guerra mondiale è contrassegnato da una crescita economica e da un benessere materiale come il mondo non aveva mai conosciuto.
Per i paesi occidentali, durerà appunto trent’anni, fino alle crisi economiche della metà degli anni Settanta, mentre per l’AMV l’epoca d’oro durerà praticamente mezzo secolo, fino all’inizio degli anni Novanta. La soglia delle 100’000 polizze e dei dieci milioni di franchi di premi viene superata già nel 1946. L’incasso dei premi raddoppia nello spazio di quattro anni, si attesta infatti oltre i venti milioni nel 1950. La 200’000a polizza viene stipulata nel 1955.
Sviluppo degli affari della Mutuelle.
1895
296
(Numero di infortuni)
221
(Numero di polizze)
1956
Una nuova sede
Trascorsa la fase di transizione verso la pace, la Mutuelle può ponderare l’idea di una nuova sede. Serviranno otto anni prima che lo stabile dei Cèdres, inaugurato nel mese di giugno 1956, possa accogliere i suoi occupanti.
1960
Inizio dell’assicurazione vita
Dopo molte esitazioni, la Direzione decide di lanciarsi nell’assicurazione vita. La Vaudoise Vita viene creata nel 1960 per tentare di riequilibrare un portafoglio troppo dominato dall’assicurazione autoveicoli.
1963
Fine della Mutuelle, largo alla cooperativa
Preoccupato per il basso livello dei fondi propri, l’Ufficio federale delle assicurazioni esige che il 20% degli utili sia destinato alla riserva legale. Ogni aumento delle riserve, tuttavia, va a scapito della distribuzione degli utili agli assicurati, a loro volta soci. Per salvaguardare i suoi principali argomenti di vendita, la Mutuelle propone di adottare un nuovo sistema di distribuzione. La formula comporta la costituzione di una cooperativa con quote sociali. La vecchia mutua, di cui ogni assicurato è membro, non esiste più.
1965
Inizio dell’assicurazione malattia
La MVA decide di creare un’alleanza con altri due assicuratori lemanici, La Suisse e La Genevoise. Secondo il Direttore Marc Broquet, tutte e tre le compagnie «erano giunte indipendentemente alla medesima conclusione». La nuova entità viene quindi costituita a inizio 1965 con il nome di Intras e si installa presso la Genevoise.
1980
Prosperità attraverso le crisi
Gli anni Ottanta incominciano con un record: per la prima volta, viene superato il miliardo di franchi di bilancio, cifra addirittura raddoppiata nel 1988. Ma all’alba di un decennio che sarà all’insegna della prosperità, i responsabili della Vaudoise sono felici soprattutto di aver potuto superare senza troppi danni le crisi petrolifere, i periodi di inflazione e le recessioni degli anni Settanta.
1990
L’entrata in borsa
Negli anni Ottanta, un’epoca di euforia economica segnata dal raddoppio degli affari, la Vaudoise è confrontata con una minacciosa realtà: come resistere all’ondata di consolidamento che inizia a raggiungere l’industria assicurativa? La Compagnia è altresì chiamata a reagire all’annunciata apertura dei mercati europei con la prospettiva, da lì al 1992, di un mercato unico. La Vaudoise decide di trarre ispirazione da un’idea al passo con i tempi: l’entrata in borsa.
Il titolo debutta il 13 marzo 1990 alle borse di Zurigo, Ginevra e Basilea. Giunta al suo novantacinquesimo anniversario, la Mutuelle può dichiarare di aver concretizzato l’intento di modernizzarsi: da piccola cooperativa regionale qual era, è diventata un importante attore del mercato svizzero con persino qualche strascico all’estero.
1990–2000
Il decennio terribile
1990–2000
Il decennio terribile
All’inizio dell’ultimo decennio del XX secolo, la Vaudoise vive un momento spensierato. Gli affari vanno come raramente era capitato nel periodo precedente, le finanze risplendono: l’utile netto supera la soglia dei dieci milioni di franchi nel 1989. L’organico supera i 1400 dipendenti, mai stati così tanti.
Grazie a una politica di investimento prudente, la crisi borsistica dell’ottobre 1987 ha lasciato solo poche tracce nei conti. La caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda sembrano aprire nuovi orizzonti.
Emerge tuttavia la prospettiva di una maggiore concorrenza in seguito alla proposta della Comunità europea di creare uno Spazio economico europeo (SEE) con i paesi dell’Associazione europea di libero scambio (AELS), a cui appartiene la Svizzera. Per il resto, non pare esserci limite alla crescita
A testa bassa
Convinta dei suoi mezzi e del carattere ineluttabile dell’internazionalizzazione dell’industria dell’assicurazione, la Vaudoise decide di estendersi in Italia e in Spagna. Si trova un’alleata, una cooperativa che affronta le stesse sfide e i cui interessi paiono corrispondere: la Bernese Assicurazioni (CH). Insieme, detengono la Bernese Assicurazioni (I) e la Amaya.
La Vaudoise impegna quasi tutti i suoi fondi e l’avviamento d’azienda, benché restino zone d’ombra a livello di cifre, di modello d’affari, di strategia e di idoneità delle strutture di controllo.
1992
La discesa agli inferi
Il Direttore generale Claude-André Masson, in carica dal 1973, muore prima di compiere 64 anni. Il Consiglio d’amministrazione è preso alla sprovvista. Poi, nel mese di luglio, un’ispezione dei conti della Amaya in Spagna comporta un ricalcolo dei risultati. L’utile di 235 milioni di pesetas (circa 3,3 milioni di franchi) diventa un disavanzo di 1,3 miliardi di pesetas (18,3 milioni di franchi)!
A metà anni Novanta, la Vaudoise cerca di liberarsi della Amaya e della Bernese. Per cercare di uscire dalla crisi, ci si affida a uno specialista di economia spagnola, il giurassiano Paul-André Sanglard. La partecipazione alla Amaya è ceduta nel 1997, quella nella Bernese nel 2000.
A conti fatti, la fattura delle avventure italiana e spagnola è salatissima per il Gruppo Vaudoise, oltre 200 milioni di franchi su un arco temporale di dieci anni. La sopravvivenza finanziaria del Gruppo non è comunque in discussione.
1995
La ripresa
La Vaudoise lancia un vasto programma di ristrutturazione del lavoro, chiamato Planiva, e uno dedicato alla centralizzazione dell’informatica. L’obiettivo è porre l’accento sull’assicurazione vita e sull’assicurazione cose e, in previsione di un calo dell’attività negli altri settori, segnatamente quello degli autoveicoli, di tenere sotto controllo le spese generali. Questa ristrutturazione consente al Gruppo di mantenere l’utile tra i 14 e i 15 milioni di franchi nei difficili esercizi dal 1994 al 1996. Gli incassi dei premi stagnano poco sopra il miliardo, le provvigioni e le riserve salgono del 18%. La Vaudoise può celebrare degnamente il suo centenario nel 1995.
1998
Valorlife
Per rilanciare gli affari seriamente indeboliti dalle incursioni in Spagna e in Italia, la Vaudoise si lancia in un nuovo prodotto, la finanza assicurativa (prodotti vincolati a fondi di investimento). Il Consiglio d’amministrazione approva all’unanimità la nascita della Valorlife, la quale registra una crescita sostenuta sin dall’inizio. I responsabili sono tuttavia pure consapevoli dei problemi fiscali insiti in questo genere di prodotto. Alla fine, l’affare viene ceduto nel 2014 a una piccola società del Liechtenstein.
2000–2009
Una nuova partenza
Sede della Vaudoise a Losanna.
2000–2009
Una nuova partenza
Il Direttore generale Rolf Mehr non attende la conclusione delle disavventure in Spagna e in Italia per pianificare il futuro dopo la ristrutturazione del 1993. I suoi progetti si basano principalmente su una concentrazione delle attività sul mercato svizzero, considerato il solo in grado di garantire una crescita sana e durevole per il Gruppo.
Liberata, dalla fine del decennio, dalle ipoteche spagnola e italiana, la Direzione può accelerare il ritmo dei lavori, intervenendo su due assi: una semplificazione del portafoglio di attività e un incremento degli affari nella Svizzera tedesca.
2002
La prova delle dot.com
Dopo un 2000 euforico, i mercati borsistici crollano in seguito allo scoppio della bolla delle dot.com, aziende nate con lo sviluppo di internet. Complessivamente, i mercati azionari perdono il 30-50% tra il 2001 e il 2003.
Per sfuggire al fallimento o a una presa di controllo da parte dell’Ufficio federale delle assicurazioni private, le compagnie che non hanno diversificato a sufficienza i loro investimenti sono obbligate a trovare nuovi fondi presso i loro azionisti o a vendere. La Vaudoise, per sua fortuna, non è costretta a scegliere alcuna di queste due opzioni.
2003
Per un pelo
Nel 2003, la situazione migliora. Gli incassi dei premi tornano ad aumentare, la quota azionaria negli investimenti è riportata al livello minimo del 4% e il risultato degli investimenti progredisce vigorosamente. L’esercizio può quindi di nuovo essere chiuso con un utile: 30,3 milioni di franchi, un record. E anche i fondi propri sono in rialzo.
Per la seconda volta in meno di un decennio, la Vaudoise ha salvato la pelle. I dirigenti decidono di continuare a ridurre le spese e a semplificare il portafoglio.
2005
Uno scambio storico
Per gli assicuratori, il futuro sembra chiaro: impossibile continuare con attività disperse e poco redditizie. La Vaudoise vuole concentrarsi su due pilastri, l’assicurazione cose, asse storico, e l’assicurazione vita individuale. Ciò si concretizzerà in uno scambio con la Swiss Life che comporta la scomparsa definitiva nel 2005 dell’eterno concorrente locale, la Suisse Assicurazioni. La Vaudoise riprende il portafoglio non vita de La Suisse (assicurazioni autoveicoli e cose), a eccezione della malattia e degli infortuni. In cambio, la Swiss Life rileva i portafogli vita collettiva, quindi la previdenza professionale, della Vaudoise.
Risultato netto consolidato, evoluzione dal 2002 al 2018.
A
Crollo delle azioni
B
Scambio di portafogli LPP/Patrimonio Swiss Life - La Suisse
La Vaudoise lascia l’assicurazione malattia con la cessione della sua partecipazione nell’Intras. I due azionisti, la Zurich e la Vaudoise, accettano l’offerta di ripresa sottoposta loro dal gigante lucernese dell’assicurazione malattia CSS.
2009–2020
Ritorno alle origini
Rolf Mehr e Philippe Hebeisen al momento del passaggio del testimone.
2009–2020
Ritorno alle origini
A fine 2008, Rolf Mehr si ritira dopo aver diretto la Vaudoise per quindici anni. Gli succede Philippe Hebeisen. Simultaneamente, l’avvocato François Carrard cede la presidenza all’economista Paul-André Sanglard. Entrati in funzione mentre la crisi successiva al fallimento della banca Lehman Brothers fa tremare la finanza mondiale, decidono di seguire una nuova linea: una concentrazione delle attività in Svizzera, una strategia di espansione basata essenzialmente sulla parte tedesca del paese e un ritorno alle origini.
«Un prodotto può essere copiato, la fiducia di un cliente è unica.»
Philippe Hebeisen
Concentrazione
Al momento della sua entrata in carica, Philippe Hebeisen ritiene opportuno modernizzare il modello di affari. Il cambiamento inizia dalla cultura aziendale, che si auspica più partecipativa. La struttura di vendita viene suddivisa in tre regioni, ciascuna con un responsabile del mercato. Tra concentrazione sul mercato svizzero e ricerca della differenziazione rispetto alla concorrenza, a poco a poco si impone l’idea di una «rimutualizzazione». La prima ridistribuzione degli utili ai clienti avviene nel 2012.
2012
Nuovo dinamismo
«Dopo la debolezza dei tre anni precedenti, gli affari si sono ripresi subito», ricorda Philippe Hebeisen. Da allora, la crescita della Vaudoise è superiore a quella del mercato svizzero. Il primo anno, nel 2012, i premi dell’assicurazione non vita effettivi pagati dagli assicurati aumentano del 3,9% rispetto al 2011, poi ancora del 5% nel 2013.
Il riorientamento influisce anche sulla gestione aziendale, segnatamente con l’adozione nel 2012 di un codice deontologico, seguito nel 2014 dalla Carta della responsabilità sociale.
2017
Nell’era digitale
Prima società assicurativa ad aver creato un sito internet commerciale, la Vaudoise si interessa progressivamente alla digitalizzazione dell’economia. La svolta risale al 2017, con la creazione di un dipartimento per la trasformazione digitale e un investimento di 15 milioni di franchi nel fondo per giovani aziende specializzate nelle tecnologie finanziarie (fintech), assicurative (insurtech) e regolamentari (regtech) della società di investimento di capitale BlackFin di Parigi.
Visibilità
Sospinta dalla sensibilità del nuovo Direttore generale, dal 2009 la Compagnia si impegna a migliorare la visibilità, in particolare sostenendo manifestazioni sportive e culturali su scala nazionale.
La Vaudoise si impegna a favore del ciclismo svizzero dal 2009. Foto: Thomas Brasey.
Foto: Fabrice Schneider e Emile Baret.
Foto: Thomas Brasey.
2019
Vaudoise aréna
Sempre nell’ottica della ricerca della visibilità, a settembre 2019 la Compagnia ottiene che lo stadio del ghiaccio di Losanna, conosciuto come Espace Malley, venga ribattezzato Vaudoise aréna.
2020
Nuove sfide
La trasformazione digitale avviata nel 2017 e le aspettative in materia di sviluppo sostenibile costituiscono alcune delle sfide che Jean-Daniel Laffely, successore di Philippe Hebeisen nel 2020 alla testa del Gruppo Vaudoise, dovrà affrontare con la collaborazione dei membri della Direzione.
La sede di Avenue Benjamin-Constant
È stata la prima affermazione architettonica dell’ancor giovane Mutuelle. La decisione in tal senso viene presa nel 1923, con l’incarico affidato a René Bonnard, noto per aver portato un’architettura modernista nella Svizzera romanda.
Il suo progetto suscita una polemica a livello urbanistico sull’aspetto del comparto: occorre lasciare che si trasformi in un incrocio, così come auspicato dalla città, o gli va conferito un vero statuto di piazza, da dove si snoderebbe la futura Avenue du Tribunal-Fédéral? Alla fine, si opterà per la prima variante.
Inaugurata il 14 aprile 1930, la sede di Avenue Benjamin-Constant, contraddistinta dagli uffici ornati di intarsi e dalla vista sul Lago Lemano, è costata 1,52 milioni di franchi dell’epoca. La Mutuelle la occuperà fino al 1956, anno in cui si trasferisce nell’attuale sede dei Cèdres. L’immobile è tuttavia rimasto fino a oggi di proprietà della Vaudoise ed è adibito ad appartamenti in affitto.
La sede dei Cèdres
Orgoglio della Vaudoise Assicurazioni, premiato per le sue qualità architettoniche, elogiato per il carattere visionario della struttura e dell’estetica, lo stabile della sede storica dei Cèdres è regolarmente oggetto di pubblicazioni, al punto da incarnare l’immagine dell’azienda stessa.
La costruzione è il frutto della convergenza di diversi obblighi e desideri. Alla fine della Seconda guerra mondiale, gli affari riprendono con un vigore tale da rendere insufficienti gli spazi in Avenue Benjamin-Constant. Il dopoguerra è caratterizzato anche da un profondo desiderio di modernità e di rinnovamento per cancellare il ricordo degli anni bui.
La «residenza rurale»
Il banchiere Paul Bugnion è disposto a vendere una particella nel quartiere di Cour, una zona poco urbanizzata di Losanna. Situato all’angolo tra l’Avenue de Cour e la Rue des Bains, si tratta di un vasto terreno di villeggiatura in campagna, come ne possiedono allora tipicamente le famiglie cittadine agiate. La transazione avviene a metà luglio.
Il concorso
L’AMV lancia un concorso per la realizzazione della sua sede. I quattro architetti partecipanti, Eugène Béboux, Georges Villars, Maurice Grivel e Jean Tschumi, presentano i loro rispettivi progetti nel mese di dicembre 1951. La preferenza della giuria va a Tschumi, che vanta il maggior numero di qualità architettoniche.
L’ispirazione americana
In questo periodo postbellico, gli Stati Uniti affascinano più che mai. Il Direttore generale Marcel Delarageaz vi si reca a caccia di idee nell’ottobre 1952 insieme al Segretario generale Roger Bobillier e a Jean Tschumi.
Inaugurazione e riconoscimento
L’inaugurazione ufficiale in pompa magna si svolge giovedì 28 giugno 1956. Lo stabile diventa immediatamente motivo di orgoglio per i dirigenti della Vaudoise. L’opinione pubblica e i visitatori sono colpiti dalla modernità delle linee, dall’apertura, dalla luce, dalla vista sul Lago Lemano e dalla modularità dei locali. Inquadrato dai cedri e arricchito dal padiglione di caccia della vecchia residenza Bugnion, l’immobile stupisce anche per l’aggiunta di un ristorante aziendale, una rarità all’epoca.
La sede della VaudoisePer la costruzione della sede è stato utilizzato il materiale seguente.
Sabbia e ghiaia
10400 t.’
1040 rimorchi da 10 tonnellate
Cemento
1500 t.
150 rimorchi da 10 tonnellate
Acciaio
820 t.
82 rimorchi da 10 tonnellate
Calcestruzzo
5000 m3
12'500 tonnellate
Il film della costruzione
L’ingresso principale con la ricezione nel 1956.
L’autorimessa della Direzione.
Uscita dei dipendenti dalla porta loro riservata, sul lato dell’Avenue des Bains.
Vista degli edifici dall’Avenue des Bains.
L’ufficio del Direttore generale, Marcel Delarageaz, nel 1956.
Scala elicoidale.
La pergola aerea.
Concetto di uffici aperti ispirato dal viaggio di Jean Tschumi negli Stati Uniti nel 1952.
La sede dei Cèdres verrà ampliata nel 1985 con l’acquisto dello stabile situato sull’altro lato di Rue des Bains. Questo immobile verrà ricostruito sotto la direzione dell’architetto Jacques Dumas e aprirà i battenti nel 1987.
Commissione artistica
Fedele alla sua visione architettonica, Jean Tschumi decide di inserire le arti visive e decorative nel cuore del progetto della Vaudoise. A tale scopo, nel 1955 viene costituita una Commissione artistica per organizzare un concorso aperto agli artisti svizzeri. Il concorso riscuote un successo inatteso, con quasi cinquecento progetti candidati. A fine 1956, sei artisti vengono selezionati con opere diverse.
Una nuova Commissione artistica
Nel 2009, è stata costituita una nuova Commissione artistica allo scopo di stimare e preservare le opere della collezione, e valorizzare il legame tra l’arte e l’azienda. Ogni anno, la Commissione invita artisti svizzeri a lavorare sull’immagine aziendale dello stabile.
Timbratura, tazze di tè e corridoi deserti… le regole in vigore nel 1959 e nel 1971 erano molto diverse da quelle odierne. Estratti.
«Ci sono due tipi di disciplina: quella imposta e quella accettata liberamente. Tra le due, la scelta sarebbe rapidissima se il problema fosse semplice. Ma, ahinoi, il problema è tutt’altro che semplice. Ecco perché personale, Direzione e quadri devono dimostrare comprensione e buona volontà reciproche e quotidiane.»
«Il matrimonio comporta la disdetta del rapporto di lavoro del personale femminile per la fine del mese in cui viene contratto. Su richiesta scritta, tuttavia, la Direzione può autorizzare l’interessata a continuare la sua attività nella società a titolo ausiliario. In principio, le donne sposate sono assunte come ausiliarie.»
«Il lavoro è sospeso per dieci minuti il mattino e il pomeriggio. Durante questa pausa, una tazza di tè o di caffè è distribuita ai dipendenti che la desiderano in cambio di un modesto contributo.»
«Durante le ore di lavoro e le pause il personale non esce dallo stabile senza il permesso del capo di servizio o del suo sostituto.»
«Gli spostamenti all’interno dello stabile devono essere limitati allo stretto indispensabile.»
«È consentito fumare nei locali.
«Durante la pausa di mezzogiorno tutti i locali vengono evacuati.»
«La giornata di lavoro incomincia e finisce con la timbratura».
Copertina del regolamento del personale
«La MVA et vous», gennaio 1959.
Copertina del regolamento del personale, gennaio 1971.
«Règlement du personnel», gennaio 1971 (libera traduzione).
«La MVA et vous», regolamento
del personale, gennaio 1959 (libera traduzione).
Rotta verso la modernità informatica
Come tutte le aziende di servizi, la Mutuelle ha cercato di ridurre i costi di esercizio automatizzando i compiti ripetitivi, a partire dagli innumerevoli calcoli su cui si basa l’attività di una compagnia d’assicurazioni. Senza essere pioniera in Svizzera, si è comunque spesso distinta come impresa all’avanguardia in questo campo.
I primi calcolatori fanno la loro apparizione negli uffici della Mutuelle negli anni Venti. La conversione informatica avviene nel 1960 con l’arrivo del primo vero computer, un Univac (Universal Automatic Computer), che occupa da solo un intero locale. La sua installazione si trasforma in un vero e proprio spettacolo: la Rue des Bains, davanti alla sede a Losanna, viene chiusa per consentire all’autoarticolato di scaricare le casse, le quali vengono poi issate con l’ausilio di un ponteggio speciale e introdotte nello stabile attraverso un varco aperto in precedenza.
Alla fine degli anni Settanta, la Vaudoise lancia il suo sistema operativo, il Transazionale (o «Transac» per i dipendenti), basato sui linguaggi Fortran e Cobol, il cui sviluppo non si arresterà più.
Nel 1981, opta per gli apparecchi della Burroughs. Questo equipaggiamento le consente di installare schermi con tastiere decentralizzate. I primi computer individuali vengono acquistati nel 1984.
Nel 1995, nasce il sito internet www.vaudoise.ch, dalla grafica minimalista. La Vaudoise prende seriamente le cose in mano solo nel 2000, quando l’informatica viene staccata dall’amministrazione generale, così da creare un dipartimento dedicato esplicitamente ai «sistemi informatici». La via verso la digitalizzazione è ormai tracciata e nel 2012 quest’ultima diventa un punto specifico della strategia aziendale. Nel 2018, la Vaudoise ha lanciato un programma di trasformazione digitale volto a rimpiazzare – finalmente – il Transac.
Identità visiva
L’attuale logo della Vaudoise, comprendente un nastro intrecciato e il nome abbreviato del Gruppo, è il risultato dell’entrata della Compagnia nel mondo della pubblicità negli anni del dopoguerra. Retrospettiva in immagini di 125 anni di identità visiva.